Gli effetti raffinati e sottilmente sfumati con andamento centrifugo danno alle sue figure un fascino allusivo e via via più indistinto in un gioco che si svolge in una dimensione sempre compartecipe di vissuto e di sognato attraverso l'ovattata mediazione della memoria.
La matita, l'acquerello, l'olio riescono a parlare un linguaggio che sembra unico e che sta a dimostrare come il concetto espressivo sia sicuro e radicato tanto da ridurre ai propri intenti ogni tecnica ed ogni mezzo sia grafico che pittorico.
Il simbolo traspare appieno nella sua ricerca per motivare il presente come evocazione, processo mentale, dialettica delle forme, elaborazione continua dei dati rapportati ad un "ideogramma" di vita vissuta, entro uno spazio appena allusivo.
Una sintassi pittorica che vive sullo schema della comunicazione emotiva, elaborata come soluzione compositiva di attimi d'eternità.
...il procedimento seguito consiste nel disegnare con una punta sulla lastra ricoperta di una vernice resistente all'acido. E' il momento essenziale, perchè è sulla matrice e non sulla carta che si compie l'atto creativo dell'incisore: quando egli scopre il metallo e sa che in quei tratti l'acido, penetrando, scaverà il solco destinato a ricevere l'inchiostro nella fase successiva della stampa.
Ma è anche il momento critico delle incertezze e dei rischi, perchè l'incisore non ha come il pittore e lo scultore la visione e il controllo costante del suo lavoro; deve progettarlo e prevederlo come risulterà all'atto conclusivo e rivelatore della stampa. Per questo è fondamentale un'esperienza tecnica esauriente e Cassano l'ha acquisita frequentando assiduamente il laboratorio di Via Sette Dolori a Matera dove è stato istruito al rigore del mestiere da Rizzelli e da Manno.
Cassano identifica l'aspetto ecologico della società consumistica in un angolo di paese dov'è rimasta una vecchia porta socchiusa in mezzo alle cassette vuote gettate fra i rifiuti e tenta di rendere lirica la scena sovrapponendovi volti diafani di donna.
Per Giovanni Cassano l'immagine mostra il suo doppio, specchiandosi nella introspezione che l'artista penetra, cogliendo la spiritualità riflessa nella sembianza esteriore, che resta descritta con discrezione grafica attraverso il cenno ed il suggerimento della linea.
Il ruolo della figura è carpita al bianco della tela, che diviene complice di fattezza nel suo non realizzarsi pittoricamente, per contrasto di neutralità rovesciata, per imprigionamento della sua campitura di candore, ottenuta per eliminazione delle parti privilegiate dal colore , nel gioco chiaroscurale delle ombre, che realizzano per evidente scambio di funzione ottica la magia della immagine.
Tanto appare sfumata e neutralizzata la base bianca ricavata dalla zona di campitura, tanto evidente e marcata si coagula la visione a incastro dei tasselli colorati, delle ombre che definiscono l'immagine, quasi sempre di figure femminili, etere, delicate e spiritualmente intense.
Giovanni Cassano parte sempre nei suoi dipinti da elementi acquisiti e su questi lavora di fino alla ricerca di una risposta, più per se stesso che per gli altri.
Non inganni pertanto la facilità del segno, la perfetta combinazione dei colori, l'appagante proporzione della scena. Bisogna entrare nel segno, scavare di la delle dissolvenze, cogliere il particolare, quello più trascurabile: li si avverte il vero dialogo, si concretizza la ricerca, si definisce il quesito.
D'altra parte Cassano è attento alle varie tecniche e riesce a far sue le suggestioni provocatorie che da esse derivano. Le sue prove di acquaforte o la sua "maniera nera" frutto di un lungo tirocinio presso la Scaletta di Matera e successivamente presso la Grafica di Via Sette Dolori, sempre a Matera, ne fanno un incisore meticoloso e sorprendente, almeno dal punto di vista delle soluzioni. Ecco, qui Cassano si libera degli stereotipi e recupera quella genialità che comunque gli va riconosciuta.
Giovanni Cassano traduce la sorpresa in velate indicazioni di luoghi dove si sofferma a raccontare frammenti di natura. Particolari architettonici racchiudono un pensiero, un volto, un'immagine mai esistita, se non nel trasporto del colore, nel definire una composizione.
Così nelle acqueforti Cassano si misura con il disegno, ordinato e prezioso.
Pittore di carattere, da, sfiorando le tele la floridezza delle carni; i profili nascenti appena accennati, sembrano fissare l'alba come un fiore in attesa di aprirsi